14.10.1884. Parma collegata al telefono
14 ottobre 1884 – Il Comune di Parma approva il regolamento per la creazione della prima rete telefonica in città. Pochi giorni dopo, il 4 novembre, l’Impresa italiana per applicazioni elettriche ottiene la concessione governativa per stendere i cavi di acciaio che collegano uffici e case dei primissimi abbonati. Del progetto si parlava già dalla primavera, per iniziativa dell’imprenditore Guglielmo Brogli, che con quell’Impresa aveva già iniziato a cablare Modena e Vercelli.
I primi telefoni a far parlare i parmigiani a distanza sono del tipo brevettato da Alexander Graham Bell nel 1877. Nello stesso anno, la prima telefonata in Italia era stata fatta a Milano. Perché la rivoluzionaria invenzione arrivi anche a Parma, sono occorsi sette anni.
I telefoni del 1884 iniziano a funzionare già a novembre. Si può telefonate solo di giorno, perché la sera, le signorine addette alla centrale di smistamento – in piazza Garibaldi – tornano a casa. Ogni apparecchio è infatti connesso a questa centrale, e qui, chiedendo del destinatario, il filo della chiamata in entrata viene collegato con quello del ricevente, dopo aver fatto suonare il campanello che fa parte del telefono.
All’avvio del servizio gli abbonati sono circa cento, fra i quali il Municipio, la direzione del dazio la caserma delle guardie comunali, i pompieri ed i posti di controllo alle cinque porte della città. Nel 1909 arriveranno a 330. Per chiamare fuori città, occorrerà attendere il 1913, quando si costruisce una rete provinciale, e gli anni Venti per il collegamento alla rete nazionale.
Nello stesso 1913 erano disponibili due telefoni pubblici, uno presso la sede centrale delle Poste (numero 297), l’altro in piazza Garibaldi (numero 374): chiamare un numero di città costa 10 centesimi ogni cinque minuti. Ma molto più care sono le comunicazioni fuori comune: 50 centesimi ogni tre minuti per parlare con Borgo San Donnino (Fidenza) o Salsomaggiore, gli unici centri del parmense cablati; una lira per Milano; una lira e mezza per Rimini; due per Roma.
Chissà se nel 1884 qualcuno intuisce quanto questa innovazione avrebbe trasformato la società e le persone.