Cronaca,  Medioevo

13.9.603. Longobardi in guerra per salvare la principessa di Parma

13 settembre 603 – Il re longobardo Agilulfo entra a Mantova, conquistata dopo aver espugnato e saccheggiato Cremona e Brescello. Sta facendo guerra a Ravenna per costringere l’esarca Smaragdo a restituirgli sua figlia, duchessa di Parma. Le sue vittorie costringono il nemico ad accondiscendere alla richiesta e in cambio di una tregua, la duchessa può finalmente ritornare alla sua città.

I Longobardi hanno conquistato Parma da alcuni anni, assieme a numerose città del nord Italia. A capo di Parma viene posto il duca Godescalco, che sposa la figlia di Agilulfo; purtroppo il nome di lei non è più ricordato.

L’invasione longobarda viene contrastata dalle truppe dell’imperatore a Bisanzio. Parma viene riconquistata dai romani attorno al 591 da truppe comandate da Callinico, esarca di Ravenna predecessore di Smaragdo. È stato lui l’anno prima, nel 602, a pigliarsi, assieme alla città, anche Godescalco, sua moglie e i loro figli, portandoli prigionieri proprio a Ravenna. Per liberare la figlia, Agilulfo lancia un grande contrattacco, mettendo a ferro e fuoco il Veneto, supportato da soldati Avari; nel corso di alcuni anni torna signore dell’Emilia.

Paolo Diacono, lo storico dell’VIII secolo che racconta questi eventi, indica proprio nella liberazione della principessa il principale motivo della guerra.

Il destino della donna non è però felice. Quando ritorna a Parma, la principessa è incinta: le doglie vengono pochi mesi dopo e lei muore di parto.

La tradizione racconta che in ricordo dell’amata sposa defunta, Godescalco ordina la costruzione di un convento femminile, il monastero di San Paolo. Godescalco, nato pagano, si è convertito al cristianesimo in gioventù ed è stato battezzato con un nuovo nome, proprio Paolo.

Nel 1950, all’angolo fra strada della Repubblica e borgo della Posta, venne rinvenuta la tomba di una donna longobarda, ricca di gioielli. Subito si disse che erano i resti della principessa sposa di Godescalco. Nulla può confermare l’ipotesi, ma nulla può smentirla.

Re Agilulfo in trono
(Lamina di Agilufo, Museo Nazionale del Bargello, Firenze, VI-VII secolo)
Re Agilulfo in trono
(Lamina di Agilufo, Museo Nazionale del Bargello, Firenze, VI-VII secolo)
Fibbia longobarda ritrovata a Parma nell'inverno 1950 in una sepoltura femminile longobarda all’angolo fra strada della Repubblica e borgo della Posta, all'epoca riconosciuta come la tomba della figlia di Agilulfo
Fibbia longobarda ritrovata a Parma nell’inverno 1950 in una sepoltura femminile longobarda all’angolo fra strada della Repubblica e borgo della Posta, all’epoca riconosciuta come la tomba della figlia di Agilulfo

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