13.9.1929. Salta in aria la drogheria Monici

13 settembre 1929 – Alle ore 10,56 del mattino, un improvviso poderoso scoppio scuote la città. Poi un secondo colpo come di cannone. è saltata in aria la drogheria Monici, a barriera Massimo D’Azeglio.

L’edificio distrutto è una sorta di centro commerciale, che nei due piani ospita diversi negozi, ma anche le abitazioni di sei famiglie. Cosa sia successo non si sa. Forse una fiamma ha fatto accidentalmente scoppiare le fornite scorte di alcolici e carburo nei magazzini in cantina (la drogheria vendeva anche in benzina); forse ad incendiarsi è stato il gas per l’illuminazione. Il secondo boato è stato il rumore dell’edificio che collassava su se stesso. Il colpo è così forte da frantumare i vetri delle abitazioni vicine e strappare i cavi elettrici, tanto che anche l’ospedale è rimasto senza corrente.

Nell’immediato, sono ritrovati 12 corpi. Ma al termine delle operazioni per cercare superstiti, durate 58 ore, il conto dei morti sale a 27, fra cui il proprietario Agesilao Monici – che in quel momento stava trattando l’acquisto di caramelle col fornitore Giannino Sperlari di Cremona –, i tre commessi, alcuni clienti, gli abitanti dello stabile e gente che vi passava accanto, compresa una bambina di 23 mesi, figlia del salumiere Corradi, che qui aveva casa e bottega, miracolosamente illeso così come l’altro figlio.

La tragedia si conclude con un lungo corteo funebre, il 16 settembre, durato quasi cinque ore, che vede sfilare dieci carri addobbati a lutto per trasportare le 27 bare dall’ospedale al cimitero, attraverso un lungo percorso che passa anche di fronte al luogo del disastro. Ma anche con una generosa sottoscrizione per aiutare le famiglie delle vittime, che raccoglie la notevolissima somma di 220.000 lire, distribuita a inizio dicembre.