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13.5.1847. La cometa di Antonio Colla

13 maggio 1847 – Il sogno di Antonio Colla si materializza improvvisamente nell’oculare del telescopio della Specula di Parma: è una cometa, una cometa che nessuno ha visto mai.

La miglior dote di Antonio Colla, astronomo e meteorologo nato in strada San Michele (strada Repubblica) e noto in tutta Europa, è la pazienza. Con pazienza raccoglie i dati di ogni osservazione che riguarda il cielo segnalata nel mondo, che si tratti di clima o di stelle e pianeti. Un flusso costante di notizie giungono qui, nella sua città, attraverso numerosissime corrispondenze con colleghi, società scientifiche e giornali.

In questa notte del 13 maggio, è il cielo stesso che si racconta al suo osservatore, mostrandogli un suo segreto, questa cometa iperbolica che resterà visibile fino all’ultimo giorno del 1847, per poi scomparire per sempre.

La cometa era appena sotto la testa della Medusa in Perseo, era quasi visibile ad occhio nudo nel crepuscolo, ma un facile oggetto nel telescopio da 25x. Il nucleo era molto brillante e la coda lunga circa un grado si estendeva verso nord-nord-est”, racconta lo stesso Colla, che si affretta a comunicare la notizia a tutti i suoi contatti.

Per questa scoperta, il re di Danimarca Cristiano VII gli assegna una medaglia d’oro e la cometa porta il suo nome.

Fra le meraviglie dell’universo che Colla ha osservato dalla Specola di Parma vi è anche l’aurora boreale, che il 18 ottobre 1836 è eccezionalmente vista anche a latitudini molto basse.

A dirla tutta, Colla rivendicava la scoperta di un’altra cometa già il 2 giugno 1845, avvistata nella costellazione di Perseo ed osservata con un telescopio che ingrandiva 85 volte l’oggetto, cometa che raggiunse il perielio quattro giorni dopo, per ripassare più luminosa che nella prima osservazione, ma il suo nome non è stato associato a quell’astro.

Qualche anno più tardi, il 22 dicembre 1854, il cielo rinnovò il suo regalo, facendo scoprire a Colla una terza cometa. Questa volta lo scienziato si sbagliò e credette di riconoscere un oggetto già segnalato, così il merito della scoperta e la medaglia questa volta andò a due colleghi di Berlino e di Parigi.

Antonio Colla

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