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13.4.1932. Gita alla scoperta del Po navigabile

13 aprile 1932 – Al tramonto di questo 13 aprile, un’originale compagnia di giornalisti e tecnici, guidati da un ministro, sbarca da un motoscafo bianco sul molo di Torricella di Sissa, accolti da una coppia di sudatissime camice nere, accorse a forza di remi dalla non lontana Sacca di Colorno. È la spedizione voluta da Araldo di Crollalanza, titolare dei Lavori pubblici, per mostare la sua grande impresa: fare ancora del Po la grande via d’acqua dell’Italia settentrionale.

“Sua” fino lì, l’impresa. In realtà ci hanno lavorato in tanti dall’inizio del 1918, prima studiando nel dettaglio le portate del fiume e poi inventandosi chiuse, dragaggi, argini per superare i tanti punti in cui le imbarcazioni si incagliano. Crollalanza è quello che nell’aprile 1930 – appena divenuto ministro – ha presentato la legge per finanziare il progetto esecutivo approvato già nel 1924.

Due anni dopo, in questa primavera ‘32, ha convocato gli esponenti della stampa e li accompagna personalmente in una crociera su un battello a vapore da Castelnuovo Bocca d’Adda a Governolo, cioè dalla foce dell’Adda a quella del Mincio, il tratto interessato dai maggiori interventi ingegneristici. il viaggio dura due giorni e alla fine ministro e giornalisti sono ricondotti nel parmense in motoscafo.

Il Po è strada per le barche dall’epoca delle terramare, ma nel corso dell’800 è andato in crisi, per la concorrenza di ferrovie e strade, per l’aumentare delle dimensioni delle imbarcazioni e per il crescente sfruttamento delle acque. I lavori in corso mirano a riaprire la navigazione da Milano a Venezia, nella parte più a monte attraverso un canale artificiale, poi, dove inizia l’Emilia, lungo un percorso interno al Po dove l’acqua deve restare profonda sempre almeno due metri e mezzo.

Giornalisti, fotografi e cineoperatori portati nel caldo del Grande Fiume, osservano operai che di vanga, piccone e carriole tolgono ghiaia, gettano tonnellate di pietra nell’alveo per renderlo stabile, scavano canali e alzano argini, che sostituiscono la terra con le pietre, che chiudono derivazioni e fossi.

Il progetto impiega centinaia di lavoratori per anni. Ma nonostante la convinzione del ministro e la propaganda della crociera, il regime fascista si dimostrerà incapace di portarlo a compimento. Interrotti durante la guerra, i moltissimi interventi necessari per la navigazione riprenderanno negli anni ‘60, con numerose modifiche, completate nei primi ‘70.

Il battello della crociera di propaganda lungo il Po nel 1932 con a bordo il ministro di Lavori pubblici Araldo di Crollalanza con giornalisti e cineoperatori (da Archivio Luce)

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Succede il 13 di aprile:

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