Età contemporanea,  Politica

13.3.1934. Degradato per non aver appeso il ritratto del duce

13 marzo 1934 – Il prefetto di Parma Canuto Rizzatti invia a Roma una nota sul direttore della biblioteca Palatina con informazioni talmente gravi che costeranno il posto al reo bibliotecario. Di cosa è colpevole il direttore Pietro Zorzanello? Che delitto ha commesso? Per quali malefatte deve essere punito? Non ha appeso da nessuna parte il ritratto del duce. E tanto basta a stroncargli la carriera.

Zorzanello non è un militante antifascista, semplicemente lui dalla politica preferisce restar fuori. Soprattutto ora, sotto la dittatura di un gruppo di ignoranti. E questo a Mussolini dà fastidio, tanto fastidio da fare di Zorzanello la prima delle vittime di epurazione nel contesto delle biblioteche italiane.

È iniziato tutto il 28 novembre 1933, quando la Deputazione di storia patria promuove il bibliotecario da “socio corrispondente” a “socio attivo”. Sotto il regime, anche la nomina in un’innocua associazione culturale deve passare al vaglio delle superiori autorità. Così Roma richiede al prefetto informazioni su Zorzanello, e scopre che non è fascista e non ha appeso la foto del capo.

Ma mica è un segreto e neppure una provocazione. In febbraio, il ministero dell’Educazione nazionale domanda direttamente al direttore della Palatina quali dipendenti della biblioteca sono iscritti al Partito fascista e quali no, e il direttore candidamente mette il proprio nome in cima alla lista con la specifica: “non iscritto”. E tanto che problema può mai essere? Lui è una brava persona, un professionista appassionato e preparato, un fedele servitore dello Stato.

Ma per i fascisti non basta. Nel 1932, Mussolini ha riaperto le iscrizioni al Partito e nel 1933 ha stabilito che per le nuovi assunzioni nella pubblica amministrazione la tessera sia obbligatoria. Ha un particolare accanimento verso gli intellettuali: vorrebbe che tutti gli appartenenti al mondo della cultura si piegassero con al suo fascismo con una adesione formale. Che proprio il direttore di una delle massime istituzioni culturali di Parma sfugga al nuovo dettato, non gli va giù.

Pietro Zorzanello è direttore della Palatina dal 1927; è giunto a Parma esattamente il 2 aprile. Classe 1883, è bibliotecario di Stato dal 1910. A Parma fa cose egregie, aggiornando il patrimonio, migliorando le sale di lettura, aumentando il budget. Ma che conta tutto questo di fronte all’affronto di non aver esposto il faccione di Benito?

Passano pochi mesi dall’informativa del prefetto, che Zorzanello viene demansionato e trasferito, a Venezia. A luglio, al suo posto arriva un ragazzo, bibliotecario da pochi mesi, ma con la tessera del PNF.

Solo nel dopoguerra, a Zorzanello sarà restituito il suo grado con relativo compenso, ma a Parma non tornerà più. Non si iscriverà mai al Partito fascista. Il ritratto ufficiale di Mussolini esposto in Palatina dopo questo marzo 1934 andrà distrutto durante il bombardamento del 1944.

Pietro Zorzanello, direttore della biblioteca Palatina di Parma dal 1927 al 1934
Pietro Zorzanello, direttore della biblioteca Palatina di Parma dal 1927 al 1934

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Succede il 13 di marzo:

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