Cronaca,  Epoca Moderna

13.2.1503. Parmigiani alla disfida di Barletta

13 febbraio 1503 – In un’Italia divisa in cento staterelli, da decenni teatro di battaglie fra potenze maggiori e straniere, a Barletta si combatte una singolare sfida: tredici cavalieri italiani contro 13 cavalieri francesi. In palio c’è l’onore. I francesi hanno l’esercito più potente del mondo, ma gli italiani, già conquistati, non ci stanno a chinare il capo. Alla testa della squadra italiana è il celebre Ettore Fieramosca. E accanto a lui, fra i cavalieri italiani, anche due uomini di Parma: come racconta il coevo Francesco Guicciardini, alla disfida sono “il Riccio e Fanfulla parmigiani”.

Riccio da Parma, secondo Enrico Scarabelli Zunti è originario di Soragna e abita in città nella vicinia di San Quirino. Come ricorda anche una targa affissa proprio a Soragna, il suo vero nome Domenico Marenghi. Prima di Barletta, ha probabilmente partecipato alla battaglia di Fornovo del 6 luglio 1495 e dopo la disfida difenderà Parma nell’assedio del 1521. Morirà di peste il 4 agosto 1523.

Fanfulla potrebbe essere nato a Guardasone di Traversetolo, poi cittadino di Parma. Uomo d’armi per tutta la vita, da ragazzo è al servizio di Ludovico il Moro, che è signore anche di Parma, poi passa al soldo di vari potentati del centro e del sud Italia. A Barletta è ricordato come il miglior combattente dopo il comandante Fieramosca: anche Fanfulla è molto probabilmente un soprannome, che sta proprio per “ardimentoso”, “temerario”. Stando a Bonaventura Angeli, il suo vero nome è Bartolomeo. Morirà nel 1525, forse combattendo nella battaglia di Pavia, o forse, più banalmente, a Terracina cadendo da cavallo.

L’origine di entrambi i soldati, da secoli è contesa. Fanfulla lo si dice spesso “da Lodi” (che a Parma era un cognome già attestato a inizio ‘500), ma anche di Ferrara, di Cremona o di Lecce. Riccio è invece rivendicato da Vasto, in Abruzzo. Profondamente sciovinisti, difendiamo la parmigianità di entrambi. Non è solo Guicciardini a dirli di Parma, ma anche la Historia del combattimento, cronaca contemporanea ai fatti, che conferma che sia Riccio che Fanfulla sono di Parma.

L’esito della disfida di Barletta è noto, celebrato fin dal Cinquecento, raccontato in romanzi e film. Gli italiani attendono la carica dei francesi arretrando e disinnescandone così la pericolosità. Due italiani disarcionati, traggono a terra i cavalieri d’Oltralpe. Nella fase finale, a piedi, con scuri e spade, gli italiani sono nettamente superiori e uccidono, feriscono, catturano tutti gli avversari, poi rilasciati dietro pagamento di riscatto. L’episodio resta nella memoria delle corti d’Europa a celebrare le doti militaresche dei subalpini. Storicamente, però, non vale proprio nulla: l’Italia resta oggetto del contendere di potenze di fuori per secoli e secoli ancora.

Targa commemorativa dedicata a Domenico Marenghi, detto Riccio da Parma,
collocata sopra i portici del Caffè Grande in piazza Garibaldi a Soragna
Targa commemorativa dedicata a Domenico Marenghi, detto Riccio da Parma,
collocata sopra i portici del Caffè Grande in piazza Garibaldi a Soragna
Locandina del film Ettore Fieramosca del 1938, con protagonista Gino Cervi

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.