Cronaca,  Epoca Moderna

12.3.1692. Delitti e pene del nipote del duca

12 marzo 1692 – Il corpo del nobile Giuseppe Verugoli viene ritrovato privo di vita, in un lago di sangue, sotto le mura del convento delle monache Agostiniane in Oltretorrente, più volte trafitto di spada.

La autorità non hanno dubbi: il mandante dell’omicidio è il bastardo Alessandro Farnese, nipote illegittimo del duca Ranuccio II.

Questo Alessandro è stato chiamato a Parma dallo zio duca circa un anno prima e si è innamorato di una donna sposata, Caterina Scotti. La sua prestanza di militare conquista subito il cuore di Caterina. Non è alto, Francesco, gli manca pure una mano, persa in battaglia, ma la carnagione olivastra e l’abilità in giostre e tornei cui partecipa a Parma, lo fanno apparire comunque un grand’uomo.

Il marito di Caterina, il marchese Giovanni Battista Verugoli, non è molto preoccupato della relazione che nasce fra sua moglie e Alessandro. Invece, suo fratello Giuseppe in più occasioni, pubblicamente, intima al Farnese di lasciar stare la cognata, minacciandolo. È per questo che, offeso, Alessandro ne ordisce la morte.

Così, il duca Ranuccio ordina l’arresto del nipote. Alessandro viene chiuso nella Cittadella. Ma evade, calandosi dalle mura appeso a corde fatte con la seta della rete del letto, come racconta il suo servitore Francesco Bartolini.

Salì sopra le mura da quella garetta del Posto di Sant’Alessandro, andando a gattone su dette mura sino a trovare la muraglia. Di lì a poco sentendo che non passava alcuno mi comandò di dargli le corde e che tenessi in mano un capo della corda più grossa. Et egli andò alla garitta, dove credo legasse ed aggiustasse la corda, alla quale attaccò un bastone al quale andò a cavallo: e la corda precipitò giù e mi scorreva fra le mani, che la lasciavo andare a poco a poco tanto ch’ella calò giù nel fondo della fossa”.

Scappato dalla prigione, il 5 agosto Alessandro ritrova l’amata Caterina e insieme fuggono alla volta di Roma. Lei si porta anche i figli Parisino e Franceschino. Di nuovo, al marito non pare dispiacere granché, tanto che Caterina gli scrive più volte nel corso del viaggio. Viaggio che non dura molto, perché pur travestiti a volte con maschere, a volte con abiti poveri, gli amanti sono riconosciuti in diversi luoghi per la presenza dei due bambini.

Dalla stazione di posta di Bologna, un cocchiere chiamato Moro informa Ranuccio, che chiede alle autorità pontificie di fermare il nipote.

Alessandro e Caterina sono arrestati il 22 agosto a Foligno e incarcerati a Perugia, poi tradotti a Parma. Questa volta sono rinchiusi nel carcere della Rocchetta, dal quale non si può evadere. Caterina ne uscirà pochi mesi dopo per farsi monaca col divieto di rivedere i figli. Alessandro vi trascorrerà il resto della vita, ben 34 anni.

Albero genealogico della famiglia Farnese
Albero genealogico della famiglia Farnese

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