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12.1.1928. Caffè Marchesi, ritrovo degli artisti

12 gennaio 1928 – Addio a Carlo Marchesi, che per molti anni ha prestato il nome al locale meglio frequentato della città.

Nel 1894, a 39 anni, Carlo lascia il suo posto da impiegato e acquista l’antico e angusto Caffè della Borsa, in piazza Garibaldi, al pian terreno di Palazzo Fainardi, di fianco ai Portici del Grano. Lo amplia collegandolo ai locali di un vicino negozio di giocattoli ormai chiuso. Lo dota di luminose vetrine. Ed apre il Caffè ristorante Marchesi, gestito in modo diverso rispetto alle tante bettole e osterie cui sono abituati i parmigiani.

Qui i camerieri sono eleganti, gli arredi alla moda, sul soffitto spiccano affreschi di Paolo Baratta e alle pareti tanti specchi moltiplicano la luce.

Il Caffè Marchesi non chiude mai, è aperto tutta la notte, e di frequente ci sono musicisti che suonano.

Ben presto, il locale diventa il punto di riferimento degli intellettuali di Parma e di quelli di passaggio. Al Marchesi, Eugenio Montale viene a sorbire panna montata. Al Marchesi Filippo Tommaso Marinetti, con Palazzeschi e Carrà, incontra gli studenti futuristi. Renzo Pezzani è cliente abituale del Marchesi. Augusto Migliavacca al Marchesi suona spesso e qui trova l’ispirazione per la Mazurka variata. Valery Larbaud su un tavolino del Caffè Marchesi scrive racconti.

Il successo è tale che Carlo Marchesi amplia il suo caffè, acquistando altre due botteghe confinanti, dotandolo di un salone dei bigliardi, di un banco gelateria, che a inizio Novecento offre cinque gusti diversi – forse il primo in città –, servendo birre pilsner, anche qui fra i primi a Parma. Ma proprio per tanto successo, aprono altri bar simili, determinati concorrenti.

Allora, nel 1913 Carlo cede l’attività per lanciarsi in nuove imprese. Già aveva rilevato un albergo. Poi fonda la casa di cura di Ramiola. Fa investimenti importanti in edilizia. Si butta in finanza presiedendo il Monte di pietà e vincendo l’appalto dell’Esattoria comunale; anche in politica, come consigliere comunale.

Ma la persona che i parmigiani salutano per l’ultima volta in questo gennaio 1928 è ancora il brillante bar manager del Caffè Marchesi, che ha offerto a Parma un modo diverso di stare insieme. Così lo ricordano i suoi concittadini.

Il Caffè Marchesi cambia nome in Caffè Grand’Italia, chiuso nel 1949. Nei suoi spazi troverà poi posto la Banca di Novara, un negozio di scarpe, uno di occhiali e uno di cialde: sempre di caffè sono, ma certo non con lo stesso fascino di quello di Marchesi.

Cartolina di inizio Novecento con l'angolo di piazza Garibaldi dove era il Caffè Marchesi, con le tende da sole davanti alle vetrine
Cartolina di inizio Novecento con l’angolo di piazza Garibaldi dove era il Caffè Marchesi, con le tende da sole davanti alle vetrine
Cartolina di inizio Novecento con l'angolo di piazza Garibaldi dove era il Caffè Marchesi, con le tende da sole davanti alle vetrine
Cartolina di inizio Novecento con l’angolo di piazza Garibaldi dove era il Caffè Marchesi, con le tende da sole davanti alle vetrine
Cartolina di inizio Novecento con l'angolo di piazza Garibaldi dove era il Caffè Marchesi, con le tende da sole davanti alle vetrine
Cartolina di inizio Novecento con l’angolo di piazza Garibaldi dove era il Caffè Marchesi, con le tende da sole davanti alle vetrine

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Succede il 12 di gennaio:

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