11.7.1728. Incidente diplomatico fra Parma e Londra

11 luglio 1728 – Giunge a Parma Giacomo Edoardo Stuart, l’Old Pretender, figlio del re d’Inghilterra Giacomo II, che era stato cacciato dalla rivoluzione del 1688 e sostituito dalla figlia Maria, anglicana questa, cattolici i Giacomo. Giacomo Edoardo passa la vita in esilio, pretendente di un trono che non avrà mai.

A Parma, il duca Francesco Farnese lo accoglie con generosità, anche se lo Stuart preferisce restare in incognito. Alloggia nel convento di San Giovanni senza picchetto d’onore all’ingresso. Assiste a rappresentazioni nel Teatro ducale senza sedere nel palco reale. Quando riparte da Parma, una decina di giorni dopo, non lo accompagna nessun corteo reale.

Tuttavia, l’ospitalità offerta dai Farnese irrita la corte di Londra. Re Giorgio II, in carica da un anno soltanto, teme il sostegno che altri Stati possono dare a quell’uomo che ambisce alla sua stessa corona, anche se Stati piccoli come il Ducato di Parma, e minaccia ritorsioni diplomatiche. Appena saputo della sosta a Parma di Giacomo Edoardo, Giorgio II caccia dall’Inghilterra l’agente dei Farnese a Londra, Giuseppe Como. E il 22 luglio scrive una lunga lettera di lagnanze a Parma.

Per dissipare le paure, qualcuno si affretta a chiarire “di non temersi che le flotte inglesi possano rimontare il Po” (cioè che l’Inghilterra non potrebbe mai attaccare militarmente Parma). Ma il duca Francesco ci tiene comunque a dissipare i dissapori al più presto.

Nella risposta inviata a Londra, il Farnese spiega di aver sì ospitato lo Stuart, ma senza dar alcun credito alle sue pretese sul regno inglese. Di averlo accolto, ma senza gli onori dovuti ad un regnante. Sono andati a caccia insieme, hanno pranzato e cenato in compagnia, hanno assistito a qualche spettacolo, ma nulla di più. Insomma, che in fondo non è successo nulla e quei britannici residenti a Parma che si sono affrettati ad informare il re, hanno esagerato le cose.

L’incidente diplomatico si chiude rapido come si è aperto.