11.5.1769. L’imperatore Giuseppe II inaugura la Palatina
11 maggio 1769 – Alla presenza dell’imperatore Giuseppe II, si inaugura la Biblioteca Palatina, allestita nella galleria già pinacoteca e medagliere dei Farnese. Circa 25.000 volumi sono ordinati negli scaffali disegnati dall’architetto Ennemond Alexandre Petitot.
Il soddisfatto padrone di casa è il duca Ferdinando, anche se gran cerimoniere dell’evento è il padre teatino Paolo Maria Paciaudi, che ha messo insieme la collezione.
Nel discorso di presentazione della biblioteca, Paciaudi paragona i duchi Filippo e Ferdinando al sovrano macedone Seleuco, che al principio del III secolo a.C. restituì ad Atene i libri razziati dal persiano Serse 150 anni prima.
Anche a Parma è andata allo stesso modo. Nel 1735, il duca Carlo di Borbone aveva portato a Napoli tutte le collezioni d’arte e i libri, lasciando spoglia la Pilotta. Così, il 1° agosto 1761 il duca Filippo ordina la creazione di nuove collezioni.
Paciaudi è stato assunto appositamente. Per trovare i libri, punta inizialmente sull’acquisizione di raccolte private, ma nessuna delle possibili transazioni va a buon fine. Allora il bibliotecario inizia un difficile e febbrile lavoro di acquisto di singoli volumi ai quattro angoli d’Europa, perorando pure donazioni e incamerando testi di conventi soppressi. In pochi anni riesce così a mettere insieme una validissima raccolta di edizioni antiche e contemporanee, libri a stampa, manoscritti e mappe. Inventa anche un sistema innovativo di catalogazione (“il mio soavissimo e caro lavoro”, diceva con soddisfazione) e dota la Palatina del primo catalogo a schede in Italia.
Il duca Filippo non ha fatto in tempo a vedere l’apertura della nuova biblioteca. Al suo posto c’è il figlio e successore Ferdinando. Il lavoro non è certo finito: nel tempo che seguirà, la Palatina si amplierà sempre, raggiungendo oggi 1.411.749 volumi, opuscoli e fogli volanti: una delle prime dieci biblioteche in Italia per patrimonio, la seconda dopo la Centrale di Firenze per numero di manoscritti, oltre 142.000.