
11.3.1957. Il veterinario che ha aiutato a fare l’Europa
11 marzo 1957 – La facoltà di Veterinaria di Parma rilascia un certificato di abilitazione ad un suo bravo e giovane laureato, tale Vincent Auer, venuto a Parma dall’Austria proprio per apprendere la medicina per gli animali.
Non sa, Vincent, che quell’attestato sarà oggetto di una disputa legale pluriennale, destinata a culminare in una sentenza storica, importante per l’intero continente.
Al nostro Vincent piace viaggiare. Dopo Austria e Italia, nel 1958 sceglie di trasferirsi in Francia, in Alsazia, a Mulhouse, a due passi dal confine svizzero e tedesco. Inizia la professione assieme ad un veterinario di là e le cose filano lisce. Ma quando, una decina di anni più avanti, decide di aprire un ambulatorio proprio, tutti gli si rivoltano contro.
Prima il sindacato dei veterinari, poi l’ordine dei medici, contestano il suo diritto ad accudire i cani e i gatti tanto quando le vacche i maiali. Hai preso la laurea a Parma, fuori dalla Francia? Allora non vale!
Ma Vincent Auer non ci sta. Apre comunque il suo studio veterinario, i suoi clienti sono contenti, ma lui viene posto più volte sotto accusa e portato a processo.
In aiuto del nostro dottore arriva l’Unione europea. Fin dal Trattato di Roma del 25 marzo 1957, i Paesi della comunità europea si erano impegnati a riconoscere reciprocamente “diplomi, certificati e altri titoli”, e nel 1978 finalmente vengono emanate due direttive per rendere reale quel proposito.
La Francia ha ancora due anni per attuare le direttive. Vincent Auer attende con ansia questa scadenza e intanto non perde tempo: il 2 maggio 1980 torna a Parma, nella sede della sua vecchia facoltà, chiedendo una nuova copia dell’abilitazione; e ancora nel dicembre 1982, perché l’Università certifichi la rispondenza dei titoli qui ottenuti alle norme europee sulla professione veterinaria. Il preside Delfo Artioli lo accontenta volentieri.
A nord delle Alpi, il caso si trascina attraverso varie corti: il laureato di Parma solingo resiste al corporativismo sciovinista dei transalpini, fino al verdetto definitivo, che non può che essergli favorevole.
Il 22 settembre 1983, la Corte di giustizia europea a Lussemburgo riconosce in pieno le ragioni di Vincent Auer, cancellando tutte le opposizioni francesi al suo esercizio alla professione veterinaria a Mulhouse e all’iscrizione all’ordine dei veterinari francese. Una decisione storica, che assieme a poche altre analoghe, aprono davvero i confini degli antichi Stati a tutti i cittadini europei.

–
——————————
Succede l’11 di marzo:

