
11.1.1799. I Savoia in fuga da Napoleone
11 gennaio 1799 – Carlo Emanuele IV di Savoia e la moglie Maria Clotilde lasciano Parma. Sono arrivati tre settimane prima, nel corso del viaggio verso l’esilio in Sardegna, in fuga da Napoleone Bonaparte.
Il Piemonte è stato sconfitto dai francesi del futuro imperatore. La capitolazione è stata firmata l’8 dicembre 1798 e il giorno dopo, nel buio della notte, il re è partito con 30 carrozze e una scorta di 160 dragoni, ma la metà di loro sono francesi: più che proteggerlo, lo sorvegliano. Napoleone ha lasciato ai Savoia la sola Sardegna.
La prima tappa del viaggio è stata a Voghera. L’inverno è così freddo che la regina si è ammalata. Chissà quanto fiele deve inghiottire. Lei, nata a Versailles, i nuovi francesi non può sopportarli: nel 1793 hanno ghigliottinato suo fratello, il re di Francia Luigi XVI. Ma ora ha troppo mal di testa per pensarci. Prova a curare l’influenza con caffè, cioccolata in tazza e pezze bagnate sulla fronte. Il mal di testa aumenta.
Così, quando giunge nel Ducato di Parma, la corte viaggiante deve necessariamente fermarsi per parecchi giorni, finché Maria Clotilde non avrà recuperato un po’ di forze.
I re in esilio dormono una notte a Piacenza, nel collegio Alberoni. Poi una notte a Borgo San Donnino, accolti dal vescovo Alessandro Garimberti, che rincuora Maria Clotilde. E finalmente giungono a Parma.
Carlo Emanuele e Maria Clotilde sono ospiti del duca Ferdinando, che Napoleone ancora lascia sul trono. Prendono alloggio nel monastero di San Giovanni evangelista. I monaci sanno come si curano le persone, coronate o meno, sul trono o in esilio, altro che caffè e cioccolato. I Savoia e il loro seguito si fermano da loro per una ventina di giorni.
“La fervorosa Regina profittava di que’ giorni di requie, per visitar chiese, assistere a sacre funzioni, trattenersi colle vergini di Cristo ne’ monasteri; e nella notte del Santo Natale, benché infermiccia, e non ostante il freddo oltremodo acuto, volle andarsene in chiesa”, racconta un anonimo testo edito alcuni anni più tardi, nel 1833.
Ma la pazienza dei dragoni è poca. Così, passate le feste, la comitiva è messa alle strette perché riparta. I francesi prima arrestano i due più intimi consiglieri di Carlo Emanuele IV, che sono il conte di Sant’Andrea e soprattutto il balivo Raimondo di San Germano. L’umiliazione è tale che Carlo Emanuele ha le convulsioni per due giorni. E poi intimano a tutti di rimettersi in cammino: bisogna arrivare in Sardegna. Il viaggio terminerà a Cagliari il 3 marzo: lungo davvero.
Sono stati giorni tranquilli, quelli trascorsi nel Ducato, anche se pochi. La coppia reale serberà un ricordo felice. E dire che i Savoia da diversi decenni tramano per mettere le mani su Parma. Non è il momento di pensarci, Napoleone ha sconvolto il mondo e i piani di ieri non hanno più valore. Se ne riparlerà fra qualche decennio, quando un re Savoia tornerà a Parma non più da ramingo, ma da signore.


