10.9.1548. Le più notabili e mostruose cose d’Italia
10 settembre 1548 – A Venezia è dato alle stampe il Commentario delle più notabili e mostruose cose d’Italia e altri luoghi, stravagante e fantasioso racconto di un viaggio dal sud al nord della penisola, scritto da Ortensio Lando, che un po’ per ridere e un po’ per deridere racconta di ciò che di più strano e impossibile ha visto nelle molte città e campagne italiche.
La prima edizione del libro è dedicata al condottiero Ludovico Rangoni, la cui moglie, Barbara Pallavicino, per alcuni anni fu signora di Zibello e Roccabianca. Il volume contiene anche un Catalogo de’ gl’inventori delle cose che si mangiano e delle bevande ch’oggidì s’usano, dedicato a un letterato di Brescia, Giovan Battista Luzago, e qui c’è la data del 10 settembre.
In questo immaginifico racconto – frutto dei veri viaggi compiuti nel corso della vita dal Lando (la famiglia è di origine piacentina) – c’è anche Parma.
Qui, il protagonista del viaggio dichiara di aver alloggiato presso le case dell’Angelo Gabriele, intento a lavorare il ferro per armare un esercito da inviare contro i Turchi, e un piccolo leone lo aiutava! Parla poi della famiglia Baiardi (allora effettivamente una delle più in vista in città), nella quale c’era una donna che faceva innamorare tutti. E dei Cornazzano, anche qui riferendosi ad una donna, singolare per una pessima abitudine: “si ricusava di dormire col marito se à guisa di meretrice prima pagata non era”.
Ma più ancora che per queste annotazioni ormai difficili da interpretare, il libro del Lando è interessante per ciò che non scrive. Questo testo è noto come una sorta di guida gastronomica d’Italia, la prima mai scritta, perché si sofferma spesso e sul cibo tipico delle varie località. Ebbene, Parma, oggi rinomata per la sua cultura alimentare, nel XVI secolo non aveva neppure un piatto per essere ricordata.
Secondo l’autore del Commentario, la capitale degli affettati è Ferrara: “unica maestra nel far salami”. Il miglior formaggio emiliano è “quel Cacio Piacentino, il quale ha meritato d’esser lodato” (in realtà di formaggio Parmigiano si parla già dal XIII secolo). Sempre di Piacenza sono i migliori primi piatti; in particolare è citata “una vivanda detta Gnocchi con l’aglio la quale risusiterebbe l’appetito à un morto”.
La fama della cultura alimentare di Parma è storia relativamente recente.