
10.6.1914. Rabbia anarchica contro le chiese
10 giugno 1914 – Una folla inferocita distrugge la cappella di San Giovanni Nepomuceno, al centro del ponte di Mezzo, eretta nel 1732 con la speranza che proteggesse Parma dalle piene del torrente. Gli assalitori sono già passati dalla chiesa delle Grazie, dove hanno strappato un croce che per molti aveva poteri miracolosi: trascinata fino al centro del ponte, la croce viene cosparsa di petrolio e incendiata. Poi è la volta della statua di san Nepomuceno, decapitata e gettata dal parapetto. Sono divelti i cancelli di ferro e l’altare e le sponde, tutto gettato a fiume.
Perché questa folla rabbiosa? È il corteo del secondo giorno di sciopero generale della cosiddetta “settimana rossa”, un’ondata di ira provocata dall’uccisione di tre manifestati ad Ancona il 7 giugno. L’eccidio causa proteste in tutta Italia, a Parma particolarmente accese.
I fatti del 9-10 giugno sono una sorta di prova generale delle più note barricate del ’22. Il 9 i manifestanti si limitano a spaccare a sassate i vetri di tutti gli esercizi che non aderiscono allo sciopero, come quelli dell’albergo Croce Bianca, della sede della Gazzetta di Parma, del ristorante della stazione, dove è preso di mira pure un treno in transito e tagliati i cavi della corrente.
Ma il 10, la Camera del lavoro, che guida la protesta, prova a conquistare un pezzo di Oltretorrente alzando barricate come quelle più numerose e forti che si vedranno 8 anni più avanti. Il ponte di Mezzo viene sbarrato con il legno di una cabina delle tranvie elettriche, la fontana di ferro di piazza della Rocchetta e i gli usci divelti da diverse case; in cima è issata una bandiera rossa.
Non dura però molto, perché un’unità di cavalleria seguita da un contingente di alpini attacca da dietro e disperde i rivoltosi, gettando tutto nel greto della Parma.
È a questo punto che la folla, per nulla intimorita, se la prende con le chiese, dando sfogo ai sentimenti anticlericali così diffusi in questo periodo.
A sua volta, gli eventi di questo 10 giugno 1914 hanno un precedente. La sera del 6 agosto 1907, infatti, un altro gruppo di manifestanti aveva già tentato di devastare alcune chiese dell’Oltretorrente, prima l’Annunciata e poi Santa Maria Bianca (sul perduto vicolo della Morte, parallelo a via della Salute). Anche in quel caso furono sopraffatti dall’esercito, ma risultò determinante pure l’intervento del francescano padre Lino, che comparve all’ingresso dell’Annunciata, spalancando le porte già bagnate di petrolio per appiccare un incendio: le lacrime che scendono sul volto dell’amato frate bastano ad allontanare i furiosi in protesta.
È in giornate come queste che è nato il mito dell’Oltretorrente di Parma.

(immagine dalla Guida di Parma: città e provincia di Eugenio Massa del 1913)

(foto da Le osterie parmigiane di Aldo Emanuelli)

