
10.4.1865. La biblioteca popolare di Saredo e Foà
10 aprile 1865 – Il giornale Il Patriota lancia un appello per costituire a Parma una biblioteca popolare. L’iniziativa viene dall’avvocato Giuseppe Saredo, convinto che non basti insegnare a leggere: occorre anche offrire libri per non dimenticarsi come si fa! Molti parmigiani rispondono donando volumi di ogni genere e la biblioteca è inaugurata il 9 agosto in via Sant’Anna al 16. Possiede 1.500 volumi, 30 giornali e 30 carte geografiche. Mancano però i soldi per garantirne l’apertura, che è alla domenica mattina e tutte le sere feriali. Nel 1867, per mancanza di denaro, con le istituzioni sorde alle richieste di aiuto, la biblioteca chiude.
Ma i libri stanno lì, in attesa di qualcuno che li rimetta in circolo. La biblioteca riapre nel maggio 1868 all’interno delle scuole di piazzale della Macina, per interesse dall’onorevole Clemente Asperti, che coinvolge la Società parmense per l’istruzione popolare dei maschi, di cui è presidente.
La biblioteca popolare della città sarà spostata nel 1901 nella scuola Cocconi, in Oltretorrente, poi di nuovo in strada Sant’Anna, civico 8. Nel 1912 il Comune di Parma ne acquisisce la gestione, nell’ambito di un progetto di avvio di una Scuola popolare. La sede diventa la scuola Jacopo Sanvitale ed il bibliotecario Aristide Foà, che manterrà l’incarico fino al 1938, quando viene destituito perché di famiglia ebraica, seguito delle fasciste Leggi razziali. Il sostituto è Maurizio Corradi-Cervi, che coglie l’occasione per disfarsi di 1.735 fra volumi ed opuscoli dei 4.500 titoli allora in catalogo, tutti quelli da lui giudicati frivoli, amorali, antireligiosi e soprattutto antifascisti.
Che fine ha fatto questa istituzione? C’è ancora: è la Biblioteca Civica, da pochi anni intitolata al critico letterario Mario Colombi Guidotti, che con la storia della biblioteca – purtroppo – c’entra poco.


