
1.9.1482. Morte del condottiero Pier Maria Rossi
1 settembre 1482 – All’ora terza di notte, nel castello di Torrechiara muore il soldato Pier Maria Rossi, marchese di San Secondo. Il corpo viene imbalsamato e lasciato come esposto, per lungo tempo, vestito di broccato d’oro, su un gran sedile nella Camera d’oro del castello.
Pier Maria è uno degli uomini d’arme più capaci e più famosi del Quattrocento.
Le guide turistiche parlano di lui per la romantica storia d’amore con Bianca Pellegrini e i castelli che il marchese le dona. Ma ai contemporanei è noto soprattutto per le imprese militari.
Chi lo conosce, lo ricorda poi come un uomo di intelletto, in possesso di quelle doti che nel secolo seguente diventeranno indispensabili ai buoni cortigiani. Così scrive lo scrittore contemporaneo Jacopo Caviceo: Pier Maria Rossi “passava il tempo esercitando le lettere, era molto bravo nella musica ritmica, ed era molto istruito in Aritmetica; quando parlava la lingua spagnola, o francese, era il miglior spagnolo e il miglior francese”.
Fin da ragazzo, Pier Maria combatte per i duchi di Milano. Se l’Emilia non è mai entrata a far parte dei possedimenti di Venezia, è a motivo delle vittorie di Pier Maria Rossi, su terra e su acqua, sulle epiche e oggi inimmaginabili battaglie fluviali sul Po.
Nel 1447 riconquista al dittatore Ottobuono Terzi tutti i castelli del parmense. A Parma entra acclamato come padre della patria, come fautore della libertà parmigiana. Ma è evidente che vuole consegnare la città a Francesco Sforza e due anni dopo è spinto a scontrarsi proprio contro i cavalieri di Parma. Nella battaglia di Felino del 17 gennaio 1449, Pier Maria si fa sorprendere e viene ferito. Poi riprende il controllo della situazione, con ottima strategia divide l’esercito della città e lo sconfigge metà alla volta. Lo Sforza diventa signore di Parma.
Mentre combatte per Milano, il Rossi combatte anche per sé stesso, strappando castelli e territori ai rivali Sanvitale e Pallavicino. Il colpo migliore è l’acquisto di Berceto (dove è nato il 25 marzo 1413) per 9.600 lire, che significa controllare il passo della Cisa. Alla fine, di castelli ne avrà 27.
Ma il vento a volte cambia direzione, come accade nel 1480, e Pier Maria non se ne rende conto in tempo. Il duca di Milano è ora Gian Galeazzo Maria Sforza, un bambino. Il Rossi è uno dei tutori che esercitano il potere in sua vece, finché non sarà cresciuto. Della situazione approfitta Ludovico il Moro, che da reggente si fa signore e attacca Pier Maria, fedele agli Sforza. Le forze di Milano si portano nel parmense per sconfiggere il Rossi. Sanvitale e Pallavicino si uniscono per consumare un’attesa vendetta. Il nostro si asserraglia nel castello di San Secondo, respingendo gli attacchi, ma gli avversari riescono ad impadronirsi di quasi tutti i suoi territori. Pier Maria è troppo vecchio e troppo solo per risollevarsi.
Quando muore a Torrechiara, lo Stato dei Rossi esiste ancora. Ma se ne andrà con il suo maggior signore. Nel 1484, la pace di Bagnolo mette fine agli scontri nel parmense (la Guerra dei Rossi), stabilendo il bando della famiglia da Parma e la confisca dei suoi domini.



