Età contemporanea,  Scienza & Tecnica

1.8.1921. Rivoluzione metano

1 agosto 1921 – L’ingegnere bolognese Pietro Zampa pubblica i risultati dei suoi esperimenti sull’uso del metano come combustibile per automobili. Parte del suo lavoro si è svolto nel parmense, a Neviano Rossi, dove ci sono dei “soffioni”: dal sottosuolo il gas esce naturalmente e già lo si utilizza per far funzionare gli impianti di estrazione del petrolio. Zampa li studia ed inventa un sistema per comprimere il metano in bombole d’acciaio, che poi immette nei motori di varie auto mescolato con la benzina, ottenendo un risparmio di questa del 60% ed una maggior ripresa.

Quelli di Zampa restano prove cui nessuno dà seguito. Fino al 1933, quando, a Salsomaggiore, Giuseppe Gragnani detto Parnelo, meccanico dipendente delle Terme Regie, modifica il motore di una Fiat 4 facendola marciare con il solo metano.

A Salsomaggiore è appena stato trovato il più grande giacimento di metano allora conosciuto in Italia. Proprio la società di gestione delle Terme insiste per ampliare l’uso del metano nella locomozione. Coinvolge due ingegneri di Milano, Carlo Padovani e Giuseppe Bianchi Milella, che nel 1934 costruiscono il primo autocarro a metano e poco dopo adattano anche una Fiat 520.

Il problema è l’autonomia: per garantirsi almeno 160 chilometri fra un pieno e l’altro, la Fiat 520 deve trascinarsi dietro un carrello a due ruote con tre bombole. Gli ingegneri proseguono gli studi. A Milano fra 1934 e 1936 circola un tram a metano con 12 grandi bombole. A Salso costruiscono bombole più resistenti, dove il metano può essere compresso, quindi più piccole: si può fare a meno del carrello. L’Italia è pronta per iniziare a sostituire la benzina col gas metano.

Sempre a Salso, nel 1935 viene aperto il primo distributore di metano, sull’attuale viale del Lavoro. Gli automobilisti possono far modificare il motore, montare bombole sul tetto e approvvigionarsi qui. Sono soprattutto gli enti pubblici locali a profittare della novità, ma anche alcuni privati. Nel 1939, questa stazione serve già 5.000 metri cubi di gas al giorno. Nel frattempo, altri distributori hanno aperto a Fornovo e a Monticelli e molte località sparse per l’Italia seguono l’esempio del parmense, soprattutto là dove ci sono depositi di metano.

Siamo nel periodo dell’autarchia fascista: il metano viene visto come preziosa alternativa al petrolio e le autorità spingono per sfruttarlo al meglio. Nel 1941, le Terme di Salso sono così fra i fondatori della Snam, che l’anno dopo inizia a costruire il primo metanodotto della penisola, per vendere il metano di Salsomaggiore anche a Lodi e Milano.

La potenziale rivoluzione del metano per auto è però frenata pochi anni dopo da due fatti determinanti: la fine della guerra con la diffusione dei distributori di benzina delle compagnie americane e l’esaurimento dei maggiori giacimenti, anche se in Italia non si è mai smesso di guidare auto a gas naturale e il distributore di Salso, il primo in Italia, è ancora al suo posto.

Il primo distributore di metano in Italia apre a Salsomaggiore; come si presenta negli anni '40
Il primo distributore di metano in Italia apre a Salsomaggiore; come si presenta negli anni ’40
Le caldaie delle Regie Terme di Salsomaggiore alimentate a metano negli anni '30 (da Varietas rivista illustrata del novembre 1939)
Le caldaie delle Regie Terme di Salsomaggiore alimentate a metano negli anni ’30 (da Varietas rivista illustrata del novembre 1939)

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