
1.7.1893. Potere operaio
1 luglio 1893 – Si chiude il I Congresso delle Camere del Lavoro, organizzato a Parma. La Camera locale si è costituita da pochi giorni, il 28 maggio. Le più “antiche” risalgono al 1891 (Milano, Torino e Piacenza). Al momento del congresso, ne esistono dodici in tutta Italia.
Su modello di analoghe iniziative già presenti in Francia, la Camera del Lavoro ha scopo di favorire il collocamento (a Parma attivo dal 15 aprile 1894), l’istruzione e l’assistenza degli iscritti, nel solco delle tante associazioni di mutuo soccorso attive a fine Ottocento.
La sua fondazione è supportata dal Comune del sindaco Giovanni Mariotti, che offre una sede. Il successo è immediato: si parte con 2.200 iscritti, comprese 68 donne.
Il Congresso, durato tre giorni, è servito ad unire le diverse Camere in una federazione (che funzionerà davvero solo alla fine del secolo) e a dare un indirizzo politico alle stesse: pur restando formalmente apolitiche, nei fatti riuniscono soprattutto esponenti di campo socialista e in seconda battuta cattolici militanti.
Le attese per questo organismo sono tante. A Parma i problemi del lavoro da anni sono causa di pesanti tensioni, come la protesta delle donne contro il prezzo del pane del 1891 o lo sciopero dei fornai del 1883. Coordinare e fornire una rappresentanza ai lavoratori è necessario per modificare il mercato in forme di maggior equità sociale.
Tuttavia, per arrivarci occorrerà molto tempo. Nel maggio 1898, una nuova grande contestazione contro il caro pane porta allo scioglimento d’imperio della Camera di Parma da parte delle autorità governative. La Camera del Lavoro rinascerà nell’agosto del 1901, altro mese di eccezionali manifestazioni di protesta.
Se nel 1893 la Camera rappresenta un po’ tutte le categorie del lavoro (i primi a riunirsi sono stati i metallurgici), nel 1901 saranno quasi solo i contadini a farne parte. La Camera continuerà comunque fin da subito a pretendere salari più alti e condizioni di lavoro più umane anche per bustaie, muratori, calzolai, tranvieri, braccianti e molti altri. Rafforzandosi attraverso la costituzione di cooperative sia di consumo che di produzione (già 40 nel 1904), la Camera del Lavoro avvia una lunga e dura stagione di protesta, per costringere i proprietari di campi e stabilimenti a riconoscere il valore del lavoro dei loro salariati.
Solo la Grande Guerra e soprattutto il fascismo metteranno fine a questa stagione di rivendicazioni e riequilibrio.


