1.7.1687 – Il microscopio per le pulci
1 luglio 1687 – Esce il nuovo numero del Giornale de letterati con gli ultimissimi aggiornamenti su una delle più grandi invenzioni del secolo, il microscopio, raccontando dei progressi realizzati dal parmigiano Ottavio Bondani, un geniale scienziato e matematico (dilettante, come tutti in quest’epoca) che purtroppo non ha mai voluto pubblicare le sue scoperte.
In tutta Europa si moltiplicano le relazioni sul microcosmo, per la prima volta svelato da nuovi strumenti ottici. Il nostro Bondani ne ha inventato uno che ingrandisce un terzo di più di quello considerato il più avanzato.
A Roma, il 5 agosto 1685, Carlo Antonio Tortoni ha presentato un microscopio con luce sotto all’oggetto da osservare. Pare quello che oggi usano anche i bambini, in vendita col piccolo chimico, ma nel XVII secolo è un’invenzione straordinaria.
Bondani, professore di Ottica dell’Università di Parma, ha fatto di più. Ha previsto un’illuminazione dall’alto, per vedere anche elementi non diafani, e le sue lenti – che ha prodotto personalmente – sono più potenti e mettono a fuoco molto meglio. Con questo strumento, un’ottica lunga 45 minuti di palmo romano (circa 17 cm), Bondani è riuscito a vedere la pupilla di un occhio di una pulce. Lo scienziato non ha scelto a caso il soggetto della sua prova: fin dai primi rudimentali microscopi di fine Cinquecento, le pulci sono state fra le cose più guardate, tanto che lo strumento è chiamato anche “conspicillum pulicare”: “un’occhiata alla pulce”. Nella gara a perfezionare il microscopio, vince chi delle pulci vede i maggiori dettagli.
Bondani ha un’ampia collezione di strumenti ottici e si diletta a crearne di propri. Il microscopio del 1687 è il risultato migliore, ma ha anche realizzato una particolare versione di cannocchiale. Il suo è lungo sei palmi romani (circa 1,3 metri), cioè molto meno di quelli più diffusi, ed è in grado di mostrare immagini non rovesciate con l’utilizzo di solo due lenti convesse invece delle quattro normalmente utilizzate, permettendo così una luminosità ben maggiore.
Del microscopio e del cannocchiale di Ottavio Bondani e dei suoi utilizzi non si sa nulla di più. Il suo inventore non si è mai preoccupato di scrivere nulla sulle sue ricerche. È stato anche un valente astronomo e un matematico, interessato all’Aritmetica e all’Algebra, ma neppure dei suoi lavori in questi campi rimane alcunché.
A riprova della sua bravura restano solo gli attestati di stima dei contemporanei. Il maggiore viene dal duca Antonio Farnese, che il 25 maggio 1711 conferisce a Bondani il titolo di conte, assegnandogli Neviano Rossi e il castello di Monte Pallero. Per noi, vale come un Premio Nobel.