1.2.1932. L’amazzone della nuova Europa
1 febbraio 1932 – È ospite di Parma la signorina Linden Klinckowström, in questi anni celebre per i viaggi a cavallo attraverso tutto il continente.
Linde ha 30 anni e gli ultimi sette li ha trascorsi per lo più in sella, coprendo circa 13.000 chilometri, lungo sei lunghi itinerari, da Stoccolma a Roma, da Bruxelles a Praga, sempre sola, sempre col suo cavallo Castor. Finalmente, in questo 1932, si ferma anche a Parma.
La giovane amazzone è accolta dagli ufficiali di Cavalleria, di stanza in Cittadella, che per lei hanno organizzato un ricevimento danzante. La portano al Teatro Regio – è di scena La forza del destino –, la accompagnano ad una serata di beneficenza della Croce Rossa, la seguono nelle passeggiate per le strade del centro, dove in tanti si fermano ad osservarla. E naturalmente si fanno da lei raccontare delle molte avventure vissute nei tanti viaggi.
Non ci sono molte donne emancipate come Linde, nel 1932 come in altre epoche. Baronessina in Svezia, dopo gli orrori della Prima Guerra Mondiale ha deciso di lasciare la terra natale per muoversi in Europa come fosse un unico grande Paese. Vuole per dimostrare che i confini, da molti presentati come ciò che c’è di più sacro, non sono altro che inconsistenti idee. I genitori l’hanno lasciata partire, a patto che spedisca ogni giorno un telegramma, per dimostrare di star bene.
Così ha visto centinaia di città e conosciuto migliaia di persone, fra le quali Picasso, Modigliani, Hemingway, Jean Cocteau, Isadora Duncan, Scott Fitzgerald, Virginia Woolf, … Linde è la magnifica campionessa della generazione flapper, come dagli anni Venti si chiamano le donne ribelli al costume.
Perfettamente autonoma, Linden ha tutto ciò che le serve in due sole sacche, appese sotto la sella. Una delle due è occupata da un abito da sera, che sfoggia anche a Parma. Porta con sé anche un coltello e una pistola a lacrimogeni, ma non avrà mai occasione di usarla.
L’amazzone è giunta da Torino. Era in Belgio ed è diretta in Austria, ma prima vuole completare la visita del nord Italia (ama l’Italia: “Dio padre doveva essere di ottimo umore quando ha creato l’Italia!”, ha detto). Nella penisola era già venuta nel 1929, scendendo fino a Roma, ma allora era passata dalla Romagna e ancora non conosce l’Emilia. Così stavolta ha scelto di scalare il Moncenisio e scoprire la pianura Padana. Dopo Parma andrà a Bologna e poi a Firenze, e finalmente risalirà verso l’Austria passando dal Veneto. Là la aspetta il fidanzato, e lo lascia aspettare. Tutti i suoi spostamenti sono fatti a cavallo.
Linde Klinckowström scriverà vari libri per raccontare delle sue cavalcate attraverso il continente. Gestirà una scuderia e organizzerà gare di equitazione, prima col marito e poi da sola. Morirà nel 2000 quasi centenaria.