1.10.1939. Corpus Domini, una chiesa per una città in espansione
1 ottobre 1939 – Il vescovo Evasio Colli consacra la nuova chiesa del Corpus Domini, eretta a servizio di una zona di recentissima espansione dell’area urbana, il suburbio Vittorio Emanuele, più avanti quartiere Lubiana.
Il tempio è progettato pensando proprio alle esigenze della crescente popolazione parmigiana, diventata così numerosa da non stare più nel classico perimetro delle mura, dove le chiese già abbondano. Il Corpus Domini è la terza parrocchia istituita nelle nuove periferie di inizio Novecento, dopo San Leonardo e Sacro Cuore.
Il Corpus Domini viene progettato da Sisto della Rosa Prati, che ha vinto un concorso riservato ad architetti ed ingegneri cui hanno partecipato in cinque. La vittoria gli ha fruttato il premio di 6.000 lire. Ha proposto una classica pianta a croce latina ed una facciata con tre archi.
La costruzione dell’edificio era iniziata il 27 maggio di questo stesso 1939: sono bastati quattro mesi per completare i lavori. I costi sono stati pagati con una raccolta di fondi in corso già da due anni. Manca però ancora il campanile, che sarà aggiunto nel 1954. E l’abside è molto diversa da quella che si vedrà qualche decennio più avanti: al posto del grande affresco della Resurrezione di Walter Madoi, innovativa opera presentata il 22 ottobre 1967, c’è una vetrata colorata del romano Giuseppe Moroni, prodotta nel suo laboratorio di Pieve Ottoville di Zibello, che raffigura l’Ultima cena. Moroni ha previsto altre due vetrate, sempre sul tema del pane: la caduta della manna nel deserto e l’incontro fra Elia e l’angelo che lo sfama, opere che però non vedranno mai la luce. Altre vetrate verranno invece installate fra 1986 e 1987, disegnate da Alessandro Ardrizzoia e Bruno Zoni.
La solenne cerimonia con il vescovo è accompagnata da un coro di voci bianche e monsignor Colli ha concesso un anno di indulgenza a tutti quelli che partecipano. Nelle vie intorno, molte finestre sono impavesate a festa. Con la consacrazione si insedia il primo parroco, don Angelo Capra, frate Minore.
Questa chiesa nasce in anni difficili. La Seconda Guerra Mondiale è lì lì per iniziare. Quando, nel 1944, a cinque anni dall’inaugurazione, Parma diverrà bersaglio dei bombardamenti alleati, gli abitanti del rione Vittorio Emanuele si affideranno alla Madonna chiedendo che le loro case siano preservate dalla distruzione; in cambio, fanno voto di una processione ogni anno in perpetuo, a fine maggio. La preghiera viene esaudita e da allora effettivamente l’evento più partecipato del quartiere sarà la processione con le candele a chiusura del mese mariano. Negli anni 2000, a causa del ricambio generazionale, il rito sarà dimenticato.