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1.1.187 a.C. La strada che porta a tutto

1 gennaio 187 a.C. – Marco Emilio Lepido diventa console a Roma. È appena rientrato nell’Urbe dopo un lungo periodo al nord. Per due anni ha speso e dato ordini per costruire una nuova strada. Lui non lo sa, ma delle tante imprese della sua vita, è questa che gli regalerà la memoria eterna. Lepido ha costruito la via Emilia.

Nel 189 a.C., i Romani riconquistano Bona (Bologna), ultima roccaforte delle tribù che si erano ribellate vent’anni prima, quando in Italia era arrivato Annibale con gli elefanti. Marco Emilio Lepido ha capito che per controllare la vastissima pianura a settentrione degli Appennini occorre una via dove muovere rapidamente le legioni. Così in soli due anni realizza una strada lunga 177 miglia romane, da Bona a Placentia.

Il percorso attraversa molti fiumi. Fra i tanti, passa un guado poco a valle della confluenza dei due torrenti che oggi chiamiamo Parma e Baganza, che in questo 187 a.C. è solo un’area di boschi e paludi.

A Roma, Lepido resta ben poco. Riparte subito per il nord, per combattere i Liguri sulle montagne, sconfitti sempre nel 187. E nel 183 è nominato triumviro per la deduzione di nuove colonie assieme a Tito Ebuzio Parro e Lucio Quinzio Crispino. Una volta fatta una strada, occorre costruire città lungo il suo percorso, così che chi la percorre trovi dove fermarsi ogni sera. Nel 183, Lepido di città ne fonda due, Parma e Modena.

Proprio in quell’area appena a valle dalla confluenza dei due torrenti Parma e Baganza, dove probabilmente già era un campo militare, Marco Emilio Lepido conduce 2.000 famiglie e assegna a ciascuna di esse 8 iugeri di terra (2 ettari), organizzati in quadrati ancor oggi riconoscibili in molte strade di campagna. Al centro della zona nasce la città vera a propria, su un’area di 25 ettari, con al centro il foro (piazza Garibaldi).

Per i suoi grandi meriti, al grande romano viene dedicata un’ulteriore colonia, Reggio Emilia. Alla fine del III secolo d.C., l’imperatore Costantino darà il suo nome alla regione, allora Emilia-Liguria, estesa a tutta la Lombardia.

Per uno scherzo della Storia, la strada da cui per Lepido e per Parma tutto è iniziato, ad un certo punto ha cambiato nome. Per un periodo lunghissimo, dal Tardo Antico al Settecento, non è più “via Emilia”, come già dicevano i Romani, ma “via Claudia”. Probabilmente, il Claudio in questione è Claudio Costantino juniore, poi imperatore Costantino II, figlio di Costantino il Grande, che pare aver rettificato alcuni tratti del percorso scelto da Emilio Lepido, ad esempio presso Taneto che si è ritrovato improvvisamente lontano dal tracciato.

L’interesse per il passato, per le origini, per la classicità ha restituito la strada al nome del suo meritevole ideatore.

Ritratto di Marco Emilio Lepido (I sec. d.C., Museo archeologico nazionale di Luni) e sullo sfondo la via Emilia rappresenta sulla Tabula Peutingeriana (mappa stradale del IV sec., sopravvissuta in una copia del XII sec.)

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