
1.2.1581. La Gerusalemme dei Viotti stampata in segreto
1 febbraio 1581 – Erasmo Viotti pubblica la prima edizione integrale della Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso, impressa contemporanemanete sia con i torchi della sua stamperia a Parma, che in quella di un amico a Casalmaggiore.
Tasso lavora al suo capolavoro da oltre 20 anni. Qualche canto è già stato stampato, ma finora nessuno aveva in mano un manoscritto sufficientemente completo da poter vendere il poema intero, quasi pronto dal 1575. Tarda a divulgarlo un po’ perché non è mai contento del risultato e potrebbe volerlo modificare ancora, un po’ perché teme le critiche dell’Inquisizione.
Ma l’editoria a volte è un mare per pirati.
Tasso non lo sa che Viotti ha stampato il suo libro: due anni prima è stato richiuso nella sezione per malati di mente dell’ospedale di Sant’Anna a Ferrara, dopo aver vagato come un senzatetto per l’Italia e inveito e molestato dame di corte. Ci resterà fino al 1586, sempre nella stessa cella. Proprio la prigionia del poeta spinge gli editori a rompere gli indugi e mettere in forma i suoi versi. A Venezia e a Genova hanno già proposto edizioni parziali della Gerusalemme. Viotti, che ha il testo completo attraverso Angelo Ingegneri, amico di Tasso, non può più aspettare e si lancia pure lui nell’impresa. Il libro è pronto in questo 1° febbraio 1581. Il titolo lo ha scelto proprio Ingegneri. A Parma si è stampato in dodicesimo, a Casalmaggiore in quarto: la prima è l’edizione tascabile, la seconda il volume in forma pregiata.
È subito un successo, tanto che Viotti ristampa di nuovo il libro in ottobre e entro la fine dell’anno ben cinque diversi concorrenti a Ferrara, Venezia e Napoli lo ripubblicano copiando il volume di Viotti.
Quando Tasso lo scopre non è contento. Riprende carta e penna e torna a modificare tutto, ma ormai la Gerusalemme Liberata è nota.
Chi è dunque questo Viotti, che in campo editoriale ha còlto il colpo migliore del secondo Cinquecento? Rappresenta la più importante stirpe di stampatori nella storia di Parma.
L’officina tipografica dei Viotti nasce a fine ‘400, cresce nel ‘500 e prosegue l’attività fino al 1671: editori che si tramandano il mestiere di generazione in generazione. Le loro fortune iniziano quando Parma entra nell’orbita dello Stato della Chiesa e accrescono sotto i Farnese, che li scelgono come tipografi privilegiati. Grandi committenti diventano i Gesuiti e l’Università, ma loro si impegnano anche in edizioni dei maggiori scrittori contemporanei, e persino in libri per bambini, per ampliare il mercato a tutta la penisola.
In realtà, le notizie sui Viotti sono poche. Il primo libraio Viotti noto è Zan Maria, con bottega sulla piazza dal lato di Santa Lucia (chiesa scomparsa su borgo Santa Brigida), poi passata ai figli Vercellino, Bartolomeo e Antonio. Proprio quest’ultimo è il primo a stampare libri in proprio, in un’officina impiantata nella vicinia di San Giorgio (piazzale Cesare Battisti), cioè nello stesso isolato della bottega.
Successore di Antonio nel 1545 è suo nipote Seth, figlio di Vercellino. Antonio ha un figlio suo, pure lui tipografo, ma è andato a vivere a Roma e là resta. L’impresa di Parma va dunque a Seth, che già aveva avviato una seconda stamperia nei pressi della chiesa di San Vitale e pure produceva carta in proprio. Erasmo, che pubblica la Gerusalemme, è figlio di Seth: illegittimo ma comunque suo unico erede nella casa editrice nel 1579, che escludendo gli stampatori di Venezia, è probabilmente la maggiore in nord Italia.


